Difficilmente genitori e figli adolescenti vanno d’accordo, è naturale, fa parte del processo. I ragazzi vivono una fase di ribellione e “sganciamento” dai genitori; gli adulti, invece, sperimentano una fase di chiusura e incomprensione, accompagnata dal tentativo di trattenere i figli a tutti i costi. Il rapporto genitori-figli va dunque continuamente inventato, ripensato e rivisto e, quanto abbiamo detto per l’orientamento in senso lato, orientamento alla vita, – cioè che non si può prevedere gli avvenimenti futuri ma occorre “capire” il presente – vale anche per la crescita di un figlio.

In questa dinamica molto forte esiste specificatamente una parentesi legata alla scelta della scuola superiore, un momento inevitabile, che viene vissuto diversamente da famiglia a famiglia.

Una delle maggiori difficoltà nella relazione familiare con figli adolescenti è per una madre o un padre seguire da vicino il figlio e nello stesso tempo lasciargli sufficiente respiro e spazio per crescere e percorrere la sua strada.

Esiste il genitore oppressivo, il figlio sognatore incompreso, e ancora il genitore idealista e il figlio con non troppa voglia di studiare. A causa di queste disparità e del “non-detto” si vengono a creare incomprensioni tra le parti, ma soprattutto si rischia di fare scelte sbagliate, in primis per i ragazzi, che si riflettono poi, inevitabilmente, sull’intero contesto familiare.

 

Si cercherà allora di dare importanza a ciò che si dice, ma soprattutto a ciò che NON SI DICE nella comunicazione disfunzionale genitore-figlio adolescente; si proverà a capire quale può essere una dinamica funzionale per arrivare ad una scelta per quanto possibile condivisa, che permetta a tutti di vivere in modo sereno la propria quotidianità e quella familiare.

Innanzitutto, per evitare il conflitto, bisognerebbe conoscere in maniera approfondita le varie tipologie di scuole e ciò che esse offrono realmente, in modo da arrivare alla scelta a carte scoperte e con le idee chiare sulle diverse offerte formative.

Esistono infatti alcuni stereotipi da sfatare per un’efficace scelta orientativa, in particolare l’idea di una falsa gerarchia delle scuole, per cui i migliori si indirizzano ai Licei, i discreti ai Tecnici e i più deboli in termini di motivazione agli Istituti Professionali o ai percorsi di Formazione Professionale.

Una volta compreso cosa una scuola può davvero dare, sarebbe corretto, al momento della scelta definitiva, affiancare a genitori e figli la figura competente dell’orientatore scolastico. Molto spesso, infatti, attraverso una figura esterna e grazie a un lavoro “a specchio”, ci si rende conto di quanti aspetti disfunzionali ci siano nel modo di comunicare che si ha. E se un ragazzino di 13 anni è in piena fase di crescita e la sua cecità a riguardo può essere legittimata, un adulto potrebbe avere una consapevolezza diversa o comunque accettare di lavorarci se messo davanti all’evidenza.

 

Quindi come un genitore può operare nel concreto in modo funzionale?

Il lavoro che i genitori possono intraprendere con i figli dovrebbe essere condotto in un clima di fiducia, tale da favorire un atteggiamento attivo di ricerca e dialogo, nello sforzo comune di superare l’ansia che normalmente si accompagna alle scelte importanti.

In tal senso:

1. si può cominciare ad analizzare i desideri espressi dal figlio in relazione alla scelta futura, anche se questa non è imminente, per incoraggiarlo ad una riflessione sulle proprie caratteristiche personali.

2. si collabora con la scuola fin dal primo anno di scuola media. Ci sono ancora troppi genitori che si recano dagli insegnanti nel momento terminale della scelta a chiedere “cosa devo far fare a mio figlio?”, senza aver effettuato quel lavoro preliminare di discussione-approfondimento in famiglia che permetterebbe un valido scambio di informazioni ed osservazioni sul ragazzo.

È importante che la famiglia trovi momenti di comunicazione e di discussione con i figli, favorendo la crescita di autonomia e di capacità decisionale del giovane adolescente che in questa fase della sua vita è alla ricerca della propria identità e del proprio percorso scolastico e professionale.

Effettuata la scelta, i genitori potranno tirare un sospiro di sollievo, ma il loro ruolo di sostegno sarà essenziale anche durante il percorso nella scuola secondaria superiore; spesso il cambiamento dà agli studenti più giovani un eccessivo senso di libertà per cui tendono ad assumere comportamenti lesivi del rendimento scolastico.

Una situazione di costante osservazione e dialogo consentirà ai genitori di evitare ai figli di accumulare lacune nelle differenti materie di studio e, nel contempo, di verificare la scelta effettuata.

Se essa si dovesse rivelare inadeguata o sbagliata, è possibile cambiare scuola o indirizzo; l’essenziale è effettuare il cambio il prima possibile. Si parlerà allora di RI-ORIENTAMENTO.

Ma questa è un’altra storia.