È questo l’intrigante titolo proposto da Lorenzo Tiengo, formatore al CNOFS-FAP dell’Istituto San Marco di Mestre, già docente di Comunicazione presso lo IUSVE, per l’incontro di formazione sul ruolo del formatore, che si è svolto giovedì 7 aprile presso il nostro Centro di Conegliano. Presenti anche i Centri di Padova e Trieste con formatori, tutor e direttori. Tutti insieme, dunque, per condividere alcune stimolanti riflessioni sulle motivazioni che animano il nostro incontro con i ragazzi e per rivitalizzare la passione che sta alla base della nostra scelta di essere mentori, guide importanti per il loro passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
LA PASSIONE
La prima riflessione: chiedersi perché facciamo questo lavoro e quali sono i cardini della nostra passione. Senza dubbio amiamo la nostra materia di insegnamento, ma è necessario che riusciamo a trasmetterla facendo attenzione ai processi di apprendimento. Dobbiamo quindi dedicare tempo e risorse per attrezzarci con una didattica efficace, persuasiva e il più possibile coinvolgente per i ragazzi che sono l’obiettivo finale del nostro lavoro, i destinatari della nostra passione.
LA MORTE DEI SUPEREROI
L’adolescenza come momento di eroismo, nel quale il giovane eroe, attraverso un gioco di sfide e di ribellione alla conformità, diventa adulto: questo è il momento nel quale si inserisce il formatore. Fondamentale è quindi il suo ruolo di mentore, di aiutante, di facilitatore, di guida. Come formatori siamo chiamati a mettere a disposizione strumenti, insegnare stratagemmi e strategie, alimentare la coscienza, motivare i ragazzi nel loro percorso.
L’EFFETTO TELEPASS
Ecco, quindi, che per assolvere al nostro compito dobbiamo ripensare al nostro sistema educativo, alla nostra percezione di ciò che è l’apprendimento. A partire dalla considerazione che ciascuno di noi e dei nostri ragazzi è diverso, è necessario essere in grado di solleticare la curiosità, coinvolgere, stimolare. Quella del formatore è essenzialmente un’attività creativa, che usa la valutazione solo come diagnosi non come risultato e che ha l’essenziale funzione di smuovere cervello, cuore e coscienza. Come nel gioco del Lego: usare i pezzi che abbiamo a disposizione per creare nuove possibilità e offrirne di aggiuntive.
Ringraziamo Lorenzo per aver accolto l’invito ad aiutarci a darci forma rinnovata e per averlo fatto con grande professionalità, preparazione e capacità comunicativa.