Eccoci a un nuovo appuntamento della rubrica sulle soft skills! In questo articolo parliamo di Flessibilità, Adattabilità e Resistenza allo stress. 

Per flessibilità o adattabilità si intende l’abilità di sapersi adeguare ai mutevoli contesti di vita e lavorativi, l’essere aperti alle novità e disponibili alla collaborazione con persone dai punti di vista anche diversi dal proprio, la capacità di andare incontro alle necessità di un gruppo o di un’esigenza che richieda una pluralità. 

Come mai è importante essere flessibili o adattabili? Perché quando si lavora, si collabora o si decide in gruppo, ogni componente può avere un pensiero diverso circa la situazione in cui ci si trova e, se queste skills vengono meno, il conflitto e le divergenze sono inevitabili. Queste capacità servono quindi a favorire la comunicazione, la comprensione, l’attenzione al pensiero altrui, la sinergia e la buona riuscita dell’azione a cui si è volti. 

Mi piace pensare che flessibilità e adattabilità favoriscano anche l’umiltà. Caratteristica sempre più rara nelle persone, ma decisiva per l’equilibrio di un gruppo e per un bilancio delle competenze singole e generiche fedele alla realtà. Abilità, poi, utili per raggiungere l’obiettivo comune. 

Come possiamo vedere queste skills non viaggiano mai su binari singoli, ma sono tutte interconnesse tra loro, l’una determinante per l’altra, garantendosi a vicenda.

Per questa ragione, è importante parlare anche di resistenza allo stress, che è la capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa, mantenendo il controllo e rimanendo focalizzati sulle priorità, senza trasferire sugli altri le proprie eventuali tensioni. 

Appare piuttosto evidente come questa skill sia collegata alle precedenti: se si ha una buona gestione dello stress e quindi una buona apertura verso il “diverso da sé”, si è di conseguenza più flessibili e adattabili; risulterebbe meno faticoso esserlo. 

Al giorno d’oggi, inoltre, in una società con ritmi sempre più frenetici, la resistenza allo stress è una caratteristica sempre più richiesta nei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Una persona che sa gestire lo stress o re-indirizzarlo in modo funzionale verso le sue azioni è un valore aggiunto per qualsiasi gruppo lavorativo e non, poiché difficilmente sarà colui o colei che difronte a un qualsivoglia problema, farebbe esplodere una crisi che porterebbe il gruppo a collassare. 

Siccome si è parlato di stress, è corretto definirlo e comprendere come non tutto lo stress sia negativo, anzi. Lo stress è la risposta psicologica e fisiologica che l’organismo mette in atto nei confronti di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi o pericolosi. La sensazione che si prova in una situazione di stress è di essere di fronte ad una forte pressione mentale ed emotiva. Lo stress di per sé, qualunque sia la situazione che lo provoca, non è negativo né positivo poiché favorisce l’adattamento ai numerosi stimoli, sia fisici che mentali, ricevuti ogni giorno. Lo stress può essere positivo quando, ad esempio, aiuta a concentrarsi per un esame, dà la carica per affrontare una gara sportiva o un nuovo lavoro. In questi casi viene definito stress positivo o eustress. Diventa, invece, negativo quando dura nel tempo senza che si abbia la capacità di affrontare la situazione che l’ha provocato. In questi casi si determina un sovraccarico o carico allostatico, che logora le cellule, i tessuti e gli organi compromettendone le funzioni.  

La percezione di un evento potenzialmente stressante è diversa da persona a persona. Ciò che causa lo stress dipende, almeno in parte, dal modo in cui un evento è valutato. Una persona con un modo di pensare rigido e pessimistico percepirà un evento stressante in modo molto più negativo e potenzialmente pericoloso di quanto farebbe una persona con uno stile di pensiero flessibile e ottimista. Ad esempio, nel caso di un ritardo del treno, una persona può reagire con rabbia ed ansia, mentre un’altra può adattarsi alla situazione approfittandone per leggere un libro o telefonare ad un amico. Il modo in cui ognuno reagisce agli eventi potenzialmente stressanti è influenzato anche da fattori genetici: lievi differenze in alcuni geni possono modificare le modalità di risposta. Inoltre, forti reazioni a situazioni stressanti possono, a volte, essere ricondotte a eventi traumatici avvenuti in passato. 

Per concludere abbiamo visto quanto queste soft skills siano all’interno della nostra quotidianità e quanto potere possano avere nel determinarne l’esito. Diventa importante quindi continuare a creare cultura a riguardo, per questo ci aggiorneremo nel prossimo capitolo.