Quest’anno una cosa è certa! Ogni primo e terzo lunedì del mese ci ritroviamo tutti insieme, ragazzi e formatori, per darci il buongiorno e augurarci una buona settimana!

Ma cosa significa che ci diamo il buongiorno?

Per buongiorno intendiamo brevi incontri predisposti per tutta la scuola e ispirati alla “buonanotte” praticata da don Bosco nella sua esperienza di vita con i ragazzi a Valdocco.

“Il buongiorno non è solo dire una buona parola, dare un’informazione o un buon messaggio. La buonanotte/buongiorno aiuta a fare sintesi, evitando la dispersione e la frammentazione, aiuta a fare una lettura credente della vita e della storia. Viviamo tante cose, sentiamo tante notizie, leggiamo tanti eventi; se non c’è una chiave di lettura del tutto, difficilmente riusciamo ad avere la capacità di sentire Dio che parla attraverso la storia e chiede risposte. Perciò il buongiorno non è un buon pensiero, deve partire da quanto si vive nella comunità, da quanto sta vivendo la Chiesa, da quanto sta vivendo il mondo. (…)

I contenuti del buongiorno dovrebbero aiutarci a recuperare l’unità interiore attorno all’essenziale”. (don Pascual Chavez, rettor maggiore dei Salesiani di don Bosco)

A proposito della sua esperienza nel tempo delle scuole medie in un collegio salesiano, Papa Francesco dice: “Detto in modo diverso: il Collegio creava, attraverso il risvegliarsi della coscienza nella verità delle cose, una cultura cattolica che non era per nulla bigotta o disorientata. Lo studio, i valori sociali di convivenza, i riferimenti sociali ai più bisognosi (ricordo di aver imparato lì a privarmi di alcune cose per darle a persone più povere di me), lo sport, la competenza, la pietà…tutto era reale, e tutto formava abitudini che, nel loro insieme, plasmavano un modo di essere culturale. Si viveva in questo mondo, aperto però alla trascendenza dell’altro mondo (…). Tutte le cose si facevano con un senso. Non c’era nulla “senza senso” (almeno nell’ordine fondamentale; perché accidentalmente c’erano gesti d’impazienza di qualche educatore o piccole ingiustizie quotidiane, ecc…). Io imparai lì, quasi inconsapevolmente, a cercare il senso delle cose. Uno dei momenti chiave di questo imparare a cercare il senso delle cose era la Buonanotte”.

E’ sulla scia di questa tradizione che vogliamo approfittare di questo tempo per poter aiutare i ragazzi a fermarsi a cercare il senso delle cose guardando a quello che capita alla loro vita e nella storia.
Saremo accompagnati dal tema della Proposta Pastorale 19|20 “Puoi essere santo #lidovesei” una bella occasione per chiederci se siamo felici e quanto costa la felicità!