Ci siamo ritrovati anche quest’anno. Abbiamo lasciato i ragazzi a casa un giorno in più, il 26 aprile, per permetterci una sosta tra formatori dei tre Centri di Formazione Professionale del Triveneto (Conegliano, Padova e Trieste) per incontrarci, rigenerarci e ascoltare qualche stimolo buono e incoraggiante per affrontare l’ultimo e intenso periodo di scuola.
Anche Lorenzo Tiengo è ritornato. E ci ha fatto fare un passo in più rispetto a quanto ci aveva raccontato l’anno scorso (se vuoi rileggere la formazione del 2022 guarda qui); si è fatto accompagnare da don Silvio Zanchetta, salesiano di don Bosco e direttore dell’Istituto San Marco di Mestre. Insieme ci hanno offerto una giornata all’insegna del learning by doing così da farci sperimentare un modello riutilizzabile dai noi stessi formatori con i ragazzi. Assieme a tutto questo, il riferimento educativo necessario e indispensabile a don Bosco, al suo stile, alla sua vita e presenza tra i ragazzi come paradigma per la nostra presenza in mezzo ai ragazzi di oggi.

“Saremo anche umili, forti e robusti come chiedeva don Bosco ma da soli non concludiamo niente, la vera forza risiede nella squadra e nello scoprire che non è poi così diversa da me”.

È questo il sottotitolo della formazione di quest’anno e a triplette di formatori di Centri diversi ci siamo messi in gioco per sperimentare la forza della squadra o le sue debolezze.

Le attività svolte

Tre le esperienze belle e coinvolgenti:

1. La torre da sogno.

Qui i gruppi con ruoli diversi e interscambiabili nelle varie manches dovevano realizzare una torre per lavorare sul proprio sé e sul proprio ruolo all’interno del team; uno, il costruttore, era bendato, uno poteva solo passare i pezzi e il terzo dava le indicazioni per costruire la torre.
Riferimenti formativi/di contenuto: il mio ruolo nella squadra / i giovani e il loro futuro.

Affondo salesiano.
L’accompagnamento è avere nel cuore il desiderio che “la torre del sogno” del ragazzo possa stare in piedi. Bisogna decidere di voler bene. Ed è importante l’immedesimazione.

 

2. Il robot.

I gruppi dovevano collaborare per comprendere insieme e insieme agire per la realizzazione di un piccolo robot di lego.
Riferimenti formativi: relazioni, lavoro in team / i giovani e gli elementi che diamo per il futuro

Affondo salesiano.
Di come la presenza fa la differenza. Non è nella quantità delle cose che facciamo ma nella qualità che mettiamo in quello che si fa. Noi non abbiamo ricevuto un progetto da realizzare ma un’esperienza da vivere che è quella “inventata” da un prete di campagna (don Bosco) che per la salvezza dell’anima di tanti giovani ha scelto e trasmesso uno stile di presenza.

 

3. L’enigma.

In questa attività i gruppi dovevano risolvere un enigma senza alcun aiuto.
Riferimenti formativi: l’importanza delle regole e l’effetto della nostra assenza.

Affondo salesiano.
Vitalità del regolamento con interpretazione comunitaria della regola. C’è bisogno di una comunità che tiene vivo il regolamento.

 

Ringraziamo Lorenzo e don Silvio per averci affiancato in questa giornata restituendoci leggerezza, significato e nuovo entusiasmo per questo ultimo periodo di scuola.